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IL BALLO DEL MARTONE

Si vuole sdoganare la tecnocrazia. Montezemolo pronto all’occupazione dello Stato con centinaia di esperti. Un vero incubo

Andrea Romano, uno storico che è appartenuto all’associazione di Massimo D’Alema “Italianieuropei”, ha sostenuto, a proposito di un “nuovo” progetto politico e come
si può leggere sull’Espresso n.23 del 7 giugno 2012 (pag.59), che «abbiamo l’occasione di portare al governo le eccellenze del paese». Cosa siano, poi, tali eccellenze, evocate da tutti,
sarebbe bene approfondirlo. L’attuale governo, presieduto dal bocconiano dott. Monti, nasce, per volontà del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, proprio nel segno di questa
fantomatica “eccellenza”: ministri che sono tutti professionisti di grido, accademici affermati, qualche “servitore” dello Stato (alquanto ben remunerato). Nel gergo più diffuso, vengono
chiamati “tecnici”. Tutti costoro fanno riferimento all’estabilishment dell’Italia, sia nell’ambito accademico che in quelli economico e finanziario, giuridico, etc. Un tempo, personaggi siffatti venivano definiti, con termine russo, l’intelligencija (o intellighenzia) della società. Vale a dire, la crema della classe dirigente e della intellettualità di un Paese. I quali non venivano selezionati a priori per diventare tali, ma venivano appunto come tali riconosciuti una volta che avevano già nelle mani le leve delle varie forme di potere. Si trattava di una vera e propria elìte. Né più né meno di quanto accade oggi. Di una aristocrazia (letteralmente: “potere dei migliori”). O, se preferite, di una oligarchia (“governo di pochi”).
Per comprenderci, un profilo “tecnico” esemplare è quello dell’attuale vice-ministro del Lavoro Michel Martone. Laureato nel 1997 in giurisprudenza alla Sapienza di Roma con 110/110 e lode,
vincitore di un dottorato di ricerca presso l’Università di Teramo, dal 2001 professore associato di Diritto del Lavoro e, dal 2005, professore ordinario presso lo stesso Ateneo alla facoltà di
Giurisprudenza. Annovera una molteplicità di altri ruoli e incarichi accademici. È avvocato del foro di Roma ed è titolare, col fratello Thomas, dello Studio Legale Martone & Martone. Tutti così, i tecnocrati del governo Monti. Direbbe don Lorenzo Milani che “appartengono alla razza”.
Vale la pena ricordare che il papà del viceministro è Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, ex-presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ex-presidente dell’authority
degli scioperi e della Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT, nominatovi dall’ex ministro pidiellino Renato Brunetta).
Quindi, il viceministro è un rampollo di famiglia di alto rango, di alta, altissima borghesia. Tutti così, i tecnocrati del governo Monti. Vien da chiedersi se un Cristo qualsiasi avrebbe mai potuto far parte di un governo di questo genere (anche dei precedenti degli ultimi vent’anni, veramente).
É doveroso riportare le parole che il viceministro Michel Martone ha pronunciato il 24/01/2012: «Dobbiamo iniziare a far passare messaggi culturali nuovi: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni, sei uno sfigato… essere secchioni è bello». Forse il tecnocrate Martone non sa che non tutti vivono nella bambagia dal momento della nascita in poi. Tutti così, gli esponenti del governo Monti? Veramente, anche peggio, se pensiamo al pasticciaccio brutto degli “esodati”, con la contrapposizione del Ministro Fornero ai vertici dell’INPS, colpevoli…
di fare il proprio mestiere senza chiedere permesso, e di farlo bene proprio per questo, chiarendo quale sia il numero reale di esodati (350.000, contro i 65.000 asseriti dalla ministra).
A questo punto, è lecito chiedersi a chi si riferisse l’Andrea Romano citato all’inizio. Le “eccellenze” da esso chiamate in causa non sono altro che le centinaia e centinaia di uomini
e donne pronte a scendere in campo e invadere il Paese con un’associazione che affila le proprie armi e raffina le proprie strategie da anni: “Italia Futura”, creatura di Luca Cordero di
Montezemolo. Costui ha temporeggiato per anni, e sembrava infine pronto a stringersi in un abbraccio opportunistico con il Terzo Polo concepito da Casini, Fini e Rutelli, per dare luogo ad una formazione moderata capace di fungere da ago della bilancia negli equilibri dei palazzi del potere. Senonché la forza dei numeri dei risultati delle ultime amministrative hanno ridimensionato il cosiddetto PDL e spazzato via il progetto terzopolista e la Lega Nord. Ma il dramma dei partiti sembrava aver determinato una situazione perfetta: chi avrebbe potuto riempire il vuoto creatosi? Ma, appunto, i montezemoliani! L’unico neo è stato costituito dal clamoroso successo del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, allo stato attuale, sembra aver dato una casa al voto dei disillusi e degli scocciati per un verso dalla malversazione imperante presente nei partiti tradizionali e, per un altro verso, dal rigorismo montiano. Ed è così che “Italia Futura” si è messa a studiare le tecniche di comunicazione e i punti principali portati avanti dal MoVimento grillino.

La differenza, però, tra i montezemoliani e gli “stellati” è che questi ultimi sono gente perlopiù comune, mentre i primi vantano dei pedigree da esponenti del governo Monti: io, infatti, li
chiamerei i Montizemoliani. Si va da Nicola Rossi (ex consigliere di D’Alema e Veltroni e ora consigliere di Montezemolo stesso), Gian Carlo Bruno (capo Banking del World Economic Forum), Carlo Calenda (manager di altissimo rango), Federico Vecchioni (ex-presidente di Confagricoltura), Sergio Scalpelli (Direttore della casa della Cultura a Milano, passato dal PCI a Berlusconi), Romano Perissinotto (Ceo per il Sud Europa del fondo di investimento PR Capital Management LLP), a personaggi come Cinzia Pecchio (manager dell’azienda agricola Fantolino), Irene Tinagli (docente all’Università Carlos III di Madrid, esperta di sviluppo, innovazione e creatività), Giustina Destro (ex-sindaco di Padova e deputata del PDL). C’è persino Salvatore Matarrese, figlio di Michele e nipote di Tonino, grandi imprenditori baresi impegnati nell’edilizia e nel calcio da sempre. Uno che, quanto a opportunità di riuscita nella vita professionale grazie ai natali prestigiosi, sembra la copia carbone di Michel Martone. Che infatti orbita attorno a “Italia Futura”! La quale è, per capirci, il bozzolo di una futura tecnocrazia di fatto antidemocratica. Dove sono i lavoratori? Dove sono i disoccupati? Dove sono i pensionati? Dove sono le minoranze politiche?
Questa è gente che può anche nobilmente concepire la politica come servizio (e io non ci credo), ma che non può minimamente comprendere l’idea di “politica dal basso”, perché l’idea, anzi, l’ideologia di fondo è che solo personalità iperspecializzate possano gestire lo Stato. Esse, pertanto, dall’alto della loro aristocrazia si dedicano, quasi caritatevolmente, al bene comune, e mettono le loro competenze a disposizione della collettività, scendendo da una specie di pantheon, dall’Olimpo degli dei. L’unica cosa che li accomuna tutti è la ricchezza e la maggiore possibilità di scelta e di formazione dovuta solo alla nascita in famiglie altolocate. Punto e basta.
Faccio notare che questa è gente che non è che abbia dimenticato cosa voglia dire fare la spesa perché è diventata ricca: questi la spesa non l’hanno mai proprio fatta, perché possono pagare chi la faccia per loro. Sono alieni.
Il MoVimento 5 Stelle ha ritenuto finora che vadano spazzati via gli attuali incompetenti al potere:
PDL, Pdmenoelle, IDV, etc. Ma si profila all’orizzonte una genìa di incompetenti della vita reale…
pardon, di “tecnici”, molto, molto più pericolosa.

articolo : Vincenzo Musso

La CHIND è di Chivasso … e i debiti?

<<La Chind Spa, con i suoi capannoni, è nata nel 1996 per “attrarre nuove realtà economiche”. La Chind è di Chivasso … e i debiti? Dei Chivassesi, e di chi altri, se no? E già, perchè le elezioni son passate e più nessuno si espone a parlare di sviluppo e opportunità, ma sentiamo solo un vociare di fondo su errori e responsabilità, nuovi mutui bancari ed “esperti” da nominare nel prossimo Cda. Eccole le parole della Chind: errori, milioni, liquidare, situazione fallimentare, non svendere, vendere, ricapitalizzare, scelte obbligate, le colpe, la crisi, le banche, i debiti, i debiti, i debiti …
Alle banche la Chind deve oltre 4 milioni di euro e gli esercizi annuali degli ultimi tre anni si sono chiusi in perdita. Una ricapitalizzazione non appare possibile ed una banca, il Banco Desio, ha revocato il fido e poi ha chiesto un decreto ingiuntivo per il rimborso di 150.000 euro. Le banche non concedono mutui per ristrutturare il debito che in breve tempo sarà in scadenza, non si trovano investitori privati, non arrivano le aziende che dovrebbero acquistare i capannoni. 
E allora non c’è niente da fare?
No. Non ci stiamo!
Serve indagare le responsabilità, è un dovere civile! Serve chiedere i danni a chi ha buttato i nostri soldi e il Movimento 5 Stelle presenterà un ODG per chidere che venga scelto con un bando pubblico un professionista e che il Comune gli affidi l’incarico di valutare le responsabilità oggettive di chi ha creato questo disastro.
Ma soprattutto serve un governo energico della nostra città. Serve avere un’idea del futuro, un progetto di sviluppo per il nostro territorio, ma non lo vediamo. Il nostro Sindaco ci ha parlato dell’Expo di Milano come di un’opportunità per Chivasso, ci ha parlato dei tanti talenti nati a Chivasso che si son fatti strada nel mondo, ci ha parlato della tutela del territorio; anche di un nuovo teatro, ci ha parlato! Ed il suo eloquio era accalorato, ma non abbiam capito: dove ci sta portando, Sindaco? Che ne farà della Chind? Ci teniamo  i debiti e allarghiamo le strisce blu? O privatizziamo gli asili, come sta facendo Fassino a Torino?
Come vorrei vedere a Chivasso un’amministrazione come a Capannori, in provincia di Lucca: anche là governa una lista civica di centro-sinistra, ma loro fanno il bilancio partecipato; in assemblee pubbliche si decide assieme ai cittadini come spendere i soldi, quali investimenti fare. Nel loro programma c’è “rifiuti zero”, trasformano i rifiuti in materie prime e le aziende sono arrivate, le tasse sono scese, si è creata occupazione e ricchezza. Là c’è un’idea chiara e partecipata di un futuro sostenibile e soprattutto c’è un’amministrazione comunale che lotta e combatte, con tutte le sue forze, per econ  i propri cittadini.
A Chivasso, invece, il presidente della Chind, Giuseppe Bava, è anche il presidente del ben più importante Ente del Parco del Po e non ci pare che si stia dannando l’anima per trovar le aziende da inserire nel nostro piccolo polo industriale. Il Sindaco invece la “verve” sembrava averla in campagna elettorale e vogliamo credere che abbia sofferto come noi nel sentire uno dei consiglieri della sua maggioranza, lo stimato Filippo Novello, dire che non vi sono alternative alla messa in liquidazione della società. Ci piace immaginare che nelle giornate di Libero Ciuffreda il pensiero della Chind non lo abbandoni mai e che stia dedicando ogni sua energia per trovare idee, aiuti, aziende…
Chivasso può diventare il fulcro, ad est di Torino, di tutte le strategie per la differenziazione spinta dei rifiuti e per la loro valorizzazione con procedimenti meccanici a freddo. Grazie alla sua posizione geografica può essere leader in Piemonte, creare posti di lavoro e attrarre aziende, anche alla Chind. Ma serve un po’ di energia, bisogna crederci! E bisogna coinvolgere i cittadini nelle scelte e nel governo dei nostri beni comuni.
Stefano Maule attivista del Movimento 5 Stelle di Chivasso >>

ROCK A CASTIGLIONE… per una mobilità sostenibile e spazi aggregativi

Il Movimento 5 stelle Castiglione Torinese organizza per VENERDÍ 15/06/2012 la prima edizione di ROCK CASTIGLIONE! Manifestazione cultural-musicale della democrazia collinare per inventare con i nostri giovani una nuova idea di mobilità sostenibile, per dare il benvenuto all’estate e per festeggiare l’avvio del servizio di NIGHTBUSTER notturno, di collegamento con Torino. Vi aspettiamo numerosi con mamme papà zie zii cugini nonne nonni e nipoti alle 20,30 nella Piazza antistante le scuole medie di Castiglione torinese. Potremo confrontarci sui temi di interesse per il vostro territorio e per passare una serata con un pò di buona e soprattutto giovane musica.!!!

fonte : http://www.facebook.com/events/245471555562361/

Il mercato del mercoledì è una risorsa e stiamo rischiando di perderlo.

Chivasso può rinunciare ad una risorsa così importante, come il mercato del mercoledì e del sabato?

Le direttive europee liberiste, stanno mettendo a repentaglio le piccole aziende e partite Iva. Ho prestato particolare attenzione agli operatori di mercato, ai quali fra non molto verranno ritirate le loro licenze e messe all’asta al miglior offerente, con la partecipazione delle multinazionali e società di capitali (Direttiva Europea Bolkestein, n.2006/123/CE, recepita dal governo italiano con un decreto legge approvato lo scorso 26 Marzo, in pieno black out informativo), rendendo così nullo, il lavoro decennale o addirittura trentennale di centinaia di migliaia di commercianti ambulanti in tutt’ Italia.
Sebbene il mercato rionale ha un ruolo importante, è spesso denigrato o snobbato, a vantaggio della grande distribuzione. Accadrà che, per esempio, le società della grande distribuzione, acquistino più di una licenza, togliendo così di mezzo la concorrenza, monopolizzando tutta una piazza senza scelta di prodotti, e di prezzi. -Questa direttiva europea, Lega N. e Pdl stanno cercando di contrastarla, pur appoggiando ideologicamente le liberalizzazioni. Il controsenso è proprio questo, ma forse si tratterà di demagogia elettorale?
Un’inchiesta sui mercati rionali di Chivasso, ha rivelato che il numero complessivo di banchi dei mercati settimanali è di 580 e da questi il comune incassa di suolo pubblico circa 300.000 Euro annui, escludendo i plateatici recuperati da mercati domenicali, fiere, sagre (deors dei bar). Tengo a precisare che il plateatico è soltanto il pagamento dell’occupazione del suolo pubblico, mentre la corrente e la tassa rifiuti vengono pagate a parte.
Il mercato già penalizzato per la costruzione di due Centri Commerciali (Carrefour e Il Gigante) e altri supermercati sparsi per il territorio, si ritrova a dover pagare senza alcuna infrastruttura utile di ritorno. Vi sono pochi parcheggi gratuiti nelle vicinanze, i servizi igienici sono a pagamento, e in caso di mal tempo i banchi non hanno incassi perchè i clienti preferiscono andare nei supermercati o nei centri commerciali, al riparo da intemperie.

Il comune di Chivasso, come investe i 300.000€ , visto che i venditori ambulanti non ne hanno benefici? Nel caso in cui dovesse investirli in opere pubbliche, perchè il comune non si occupa di pubblicizzare i finanziatori, che sono appunto i commercianti ambulanti?
Il mercato di Chivasso ha oltre 600 addetti alla settimana a servizio del cittadino, a differenza degli esercizi commerciali della grande distribuzione che ne ne hanno una quantità inferiore per ogni tipologia di merce e per estensione degli orari. In oltre non garantiscono nemmeno occupazioni ben remunerate e a lungo termine, non dando quello slancio economico di cui la città soffre dopo la chiusura di diverse fabbriche. La nostra città quindi, non può rinunciare ad una cifra così importante, per cui, non si può lasciare che il mercato venga soppiantato dalle multinazionali, le quali lasceranno a noi cittadini solo, chilometri di asfalto… e le rotonde.
Monica Oliva, MoVimento 5 Stelle Chivasso

Articolo su La Voce del 23/01/2012

Manifestazione 15 ottobre 2011

In occasione della manifestazione mondiale del 15 Ottobre 2011 dalle ore 15:00-18:00
Tutti insieme in Piazza della Repubblica (Duomo) a Chivasso:
Attivisti e simpatizzanti del MoVimento 5 Stelle,
manifestano contro le  speculazioni finanziarie, per i diritti umani e sociali.